Settimana Santa

 

La Pasqua è il Mistero più grande che la Chiesa celebra ogni anno per far memoria della Passione, della Morte e della Resurrezione di Cristo. In Sicilia il Mistero della Pasqua si rievoca, si commemora, si ritualizza attraverso le Sacre Liturgie, le sacre rappresentazioni,i cortei, le processioni, l’elevazione di canti e preghiere per invocare il perdono e la remissione dei peccati. La Sacra scrittura viene interpretata in una santa e grande Drammatizzazione teatrale e rituale; i fedeli ne diventano sia attori che protagonisti. A Petralia Sottana i Confrati con le cappe, le Pie Donne con i capelli che nascondono il volto, i Giudei con armi e divise loricate e i bambini nelle vesti di angioletti partecipano e vivono la Settimana Santa “inscenandola”. Suggestivo teatro di questa Drammatizzazione rituale è il bellissimo centro storico di Petralia Sottana, con i suoi luoghi, le sue strade e le sue Chiese. Nel pomeriggio del Giovedì Santo, nella Chiesa di San Marco e San Biagio avviene l’antico e celato rito della Vestizione dell’Addolorata che indossa i colori del lutto, veste viola e manto di velluto nero ricamato, mentre il capo è coperto da una cuffietta bianca merlettata e in mano tiene un fazzoletto bianco. La statua del Cristo morto, posta su un’urna, e l’Addolorata vengono posizionate davanti l’altare maggiore per essere venerate fino a tarda notte dai fedeli. Nella Mattinata del Venerdì Santo le statue vengono trasferite al Calvario, una struttura architettonica a forma di omega dove sono poste tre croci. La presenza del fercolo del Cristo morto viene annunciata ai fedeli, che possono vedere il calvario dalle loro finestre o dalla piazza del duomo, dal sudario che pende dalla croce più grande. Figuranti vestiti da soldati romani, ma che la tradizione vuole giudei, stanno a guardia del calvario e aprono e chiudono il varco ai fedeli che ininterrottamente fanno visita alle spoglie del Cristo. Mentre i simulacri si recano al Calvario, la cittadina perde la sua voce: vengono “legate” le campane e al loro posto risuona u trucculuni (battola), mentre le confraternite ripongono i campanelli per utilizzare le truoccule. Le Confraternite e le Congregazioni, indossando il tradizionale costume segnato a lutto, dopo la Liturgia dell’Adorazione della Santa Croce, dove è possibile ammirare una splendida croce in argento del XII secolo, si dirigono in corteo in fila singolarmente verso il Calvario con le Pie Donne, la Veronica e una moltitudine di fedeli rendendo omaggio al Cristo morto. Inizia il corteo processionale, immutato per secoli nelle gerarchie e nelle ritualità, che li conduce prima alla Chiesa Madre, e poi, verso la Chiesa dei Santi Marco e Biagio per riporre i simulacri. Il Sabato Santo è dedicato alla veglia pasquale che si celebra la notte tra il Sabato Santo e la Domenica di Pasqua. Rito ricco di simbologie tra cui l’accensione e la benedizione del Fuoco Nuovo con cui si accende il Cero Pasquale posto su una rara e pregiata opera d’arte quale è il candelabro arabo del XI secolo. La chiesa è al buio, si seguono le liturgie e, a mezzanotte in punto, l’annuncio della Resurrezione del Redentore viene dato dalla “Caduta du Tiluni”, la caduta della grande e angosciante tela scura che per quaranta giorni ha coperto il presbiterio della Chiesa Madre nascondendolo alla vista dei fedeli. Alla “Caduta du Tiluni” un’esplosione di luce rivela nuovamente le architetture della chiesa e fa risplendere l’immagine del Risorto. In passato la buona riuscita della caduta del telone veniva vista come segno premonitore per la nuova annata agraria. La Settimana Santa di Petralia Sottana raggiunge il momento più alto di partecipazione emotiva con il gioioso e commovente “Ncuontru” a mezzogiorno della domenica di Pasqua. Sin dalle prime ore del mattino, le campane suonano ininterrottamente a festa annunciando la Resurrezione di Cristo. Sono le ore in cui i congregati delle Confraternite si preparano alla vestizione con i loro abiti tradizionali ma con i segni della festa solenne. Il simulacro della Vergine, ancora ammantata di nero per il lutto, viene portato a spalla dalla Confraternita del SS. Rosario, mentre l’onore di portare il simulacro del Cristo Risorto è riservato alla Confraternita del SS. Sacramento. La processione viene aperta dalle Confraternite e dalle Congregazioni che recano palii, crocefissi, torcioni, “paliceddi” e “sergentine”, identificati per i colori degli ornamenti e seguendo rigorosamente l’ordine di fondazione, prima la più giovane e infine la più antica. Le due statue vengono portate attraverso il centro storico seguendo itinerari diversi per poi fermarsi in punti precisi del paese in prossimità del “Chianu ‘u Culleggiu”, dove attendono lo sparo dei mortaretti e il segnale dei cerimonieri: tre squilli di tromba tre spari. Il Cristo Risorto e la Madonna si muovono, si intravedono, corrono l’uno verso l’altra. La Madre riconosce il Figlio e perde il velo del dolore. Madre e figlio si abbracciano, tra applausi, lacrime di commozione, volo di candide colombe, spari di mortaretti e note della banda musicale. Una cerimonia coinvolgente, gioiosa, liberatoria, propiziatrice per tempi migliori. Dopo i giorni di penitenza della Quaresima, della Settimana Santa con i riti legati al dolore, al silenzio, all’espiazione e alla riflessione, esplode la gioia con “botti”, il ritorno dei colori, dei suoni, delle voci e della luce. L’abbraccio tra Madre e Figlio esprime un pathos collettivo e liberatorio che da fiducia in un futuro migliore. Subito dopo, le statue insieme, una rivolta verso l’altra, in modo da potersi guardare, percorrono il centro storico e rientrano nella Chiesa Madre. Un rito di speranza e buona ventura tanto che un tempo, nei paesi limitrofi, era consuetudine inserire nei contratti di matrimonio che il marito facesse promessa di portare la novella sposa “ a Vìdiri U ‘Ncuontru” di Petralia Sottana, anche perché ritenuto uno dei momenti di celebrazione religiosa più belli e suggestivi del territorio. Ora nessuno impone più di inserire la partecipazione all’evento tra gli obblighi dello sposo, ma rimangono intatte la suggestione e la commozione di un momento di gioia collettiva nel vedere una Madre riabbracciare il Figlio che credeva perduto, come inalterato rimane l’intimo convincimento che assistere a questa manifestazione sia sempre di buon auspicio per i fedeli e i turisti che ogni anno accorrono numerosi. Una puntata a Petralia offre l’occasione a turisti e visitatori per immergersi nel cuore del Parco delle Madonie e di apprezzare le sue risorse culturali incastonate nei centri storici , quelle naturali diffuse in tutto il territorio, il meraviglioso paesaggio , reso ancora più suggestivo dall’esplosione della primavera, e di coronare l’itinerario con le bontà della cucina e delle produzioni locali.

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